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Sos sicurezza, siamo giunti al livello di guardia

Sicurezza

Spaccate, furti, rapine e danneggiamenti. I pubblici esercizi del cesenate nell’ultimo periodo sono stati letteralmente nel mirino dei malviventi. Uno scenario che non permette agli imprenditori di svolgere il loro lavoro in serenità e sicurezza. E la sicurezza, come ricorda il presidente di Fipe Confcommercio Cesenate Angelo Malossi, deve tornare al centro dell’agenda politica.

Distretti del cibo e street food agricoli, la protesta dei pubblici esercizi

street food agricoli

“Non vogliamo pensare che al Ministero delle Politiche Agricole apprezzino solo la ristorazione degli agricoltori a scapito di chi fa questo lavoro da anni rispettando precise regole”. Fipe – Federazione italiana pubblici esercizi con il suo presidente Lino Enrico Stoppani si esprime duramente in merito all’istituzione dei “distretti del cibo” prevista dall’art. 47 della legge di stabilità, considerati “un ulteriore privilegio che il Governo concede agli agricoltori”. Questo provvedimento consentirà, infatti, alle aziende e cooperative agricole di vendere anche prodotti trasformati e pronti per il consumo, attraverso l’utilizzo di strutture mobili e in modalità itinerante.

PUBBLICI ESERCIZI BISTRATTATI, SETTE PROPOSTE DELLA FIPE CESENATE

CESENA: CONVEGNO EBURTCESENA:  COMMERCIANTI DI BORELLO PAOLO LUCCHI

Bistrattati. Ecco come si sentono i pubblici esercizi cesenati. “Siamo costretti a sottostare a una giungla di normative, ultima in arrivo quella sugli allergeni, siamo chiamati in causa per dare il nostro contributo in protocolli giustissimi come quelli sulla ludopatia, contro l’abusivo di alcolici o il contrasto alle iniziative rumorose degli avventori – intervengono Angelo Malossi e Paolo Lucchi, rispettivamente presidenti di Fipe baristi e Fipe ristoratori del comprensorio cesenate – siamo poi a contatto diretto con la microcriminalità, spesso non difesi. Ma quando si tratta di ricevere, l’amministrazione pubblica non si interessa veramente del nostro destino. Sembra che se ne ricordi solo quando c’è da vivacizzare strade e manifestazioni comunali”.

Commercio cesenate, nuove aperture di fine anno: le imprese tengono

Si avvicina all’epilogo un altro anno vissuto pericolosamente, con le imprese in prima linea e che non mollano la presa, nonostante la crisi abbia continuato a mordere e insieme a lei un ambiente non ancora favorevole a chi fa impresa, nonostante sia arrivato finalmente qualche segnale in controtendenza del Governo che ha iniziato a ridurre le tasse agli imprenditori e che auspichiamo trovi corrispondenza a livello locali con similari provvedimenti da parte dei Comuni.

I bilanci comunali in realtà non sono ancora quelli che desiderano le imprese: vediamo molta spending, poca revew e ancora un carico fiscale, tributario e burocratico che grava come un macigno sui produttori di ricchezza. Chi produce ricchezza resiste, a partire dai nostri 2.200 associati che si mantengono stabili (ed è un successo di questi tempi).

Anzi: negli ultimi mesi del 2015 il dato delle nuove imprese supera quello di chi ha chiuso e ciò si verifica in vari settori, un segnale importante per il futuro. Confcommercio rivolge oltre agli affettuosi auguri di Buon Natale e di sereno 2015 i complimenti per la tenacia, la serietà, l’intraprendenza che dimostrano ogni giorno. E che meritano applausi e anche una stretta di mano, di riconoscenza. Ci fanno ancora la solfa dell’evasione, a noi imprenditori, ma il vero malaffare in questo Paese sta da un’altra parte come anche lo scandalo di Roma capitale ha nuovamente portato alla luce.

Gli imprenditori, in larghissima maggioranza, sono persone serie, per bene, che producono ricchezza e sviluppo e che danno lavoro, facendosi un mazzo così. Il problema è che hanno bisogno di lavorare in ambienti che almeno non ostacolino il loro dinamismo, e ciò ancora non avviene, anche nel nostro territorio. A partire dalla morsa delle tasse. Territorio, per inciso, che rischia un grave depauperamento. Si è rinunciato a Macfrut senza colpo ferire, non si vedono all’orizzonte progetti forti per il rilancio del comprensorio cesenate e i soggetti che alimentano lo sviluppo vengono sistematicamente tosati.

Confcommercio si sta battendo in tutti modi, come ciascuno può appurare nei fatti, per dare il suo contributo alla buona causa comune di tenere alto il ruolo e il nome del nostro territorio. Noi ci crediamo e continueremo su questa strada insieme alle nostre imprese che sono il tesoro di questa terra, piccole e grandi imprese insieme. Dal tunnel usciremo, teniamo duro e andiamo avanti, nonostante le difficoltà, con fiducia, altrimenti dovremmo cambiare mestiere perché un imprenditore non può che essere ottimista, come lo è chi chiunque si adopera per costruire, anche quando purtroppo deve lottare come spesso succede a noi contro il mulini a vento.

Il presidente Augusto Patrignani e la giunta esecutiva Confcommercio

Natale e Capodanno 2014 al ristorante? Ecco cosa dice un’indagine Fipe

Il Natale 2014 resterà nella memoria dei ristoratori come quello delle incertezze. Infatti, oltre alla crisi economica gli esercenti stanno gestendo le incombenze relative agli allergeni, per le quali mancano indicazioni operative chiare e definitive, sulle modalità di comunicazione e il regime sanzionatorio.

Secondo un sondaggio realizzato da Fipe-Confcommercio, in occasione del Natale cala il numero dei ristoranti aperti, il numero dei clienti, la previsione della spesa complessiva. Il 25 dicembre più di 4 milioni di persone (7,6% in meno rispetto all’anno precedente) andranno nei 71.000 ristoranti aperti, per una spesa complessiva di 206 milioni di euro (-11,2% sul 2013). In pratica, in occasione della Natività, pranzerà fuori un minor numero di persone, intenzionate anche a risparmiare.

Tasse e adempimenti a go go, invece gli irregolari rimangono impuniti

Un provvedimento legislativo, solo l’ultima di una infinita serie, obbliga anche i ristoratori ad esibire l’elenco cartaceo degli ingredienti (completi di quantità e tipologie impiegate, eventuali elementi allergenici) utilizzati in ogni singolo piatto. Ci pensavo ieri sera, un po’ avvilito: è solo uno dei mille esempi che potremmo fare di oneri e adempimenti per le imprese regolari della ristorazione che si uniscono a una tassazione a dir poco vorace e a un carico burocratico divenuto insopportabile.

Sul versante igienico sanitario, ma anche su quello della sicurezza le imprese regolari sono soggette a una serie inenarrabile di provvedimenti, per carità alcuni giusti, ma alcuni veramente più realisti del re, e comunque onerosi economicamente e per il disbrigo di tempo che ci tolgono. Poiché a noi, fino a prova contraria, facciamo i ristoratori non i servitori dei gabellieri e dei burocrati.

Angelo Malossi rieletto nel Consiglio Direttivo di Fipe

foto-angelo-malossi-2Angelo Malossi, presidente Fipe del comprensorio cesenate, il sindacato dei pubblici esercizi aderenti alla Confcommercio cesenate, è stato rieletto nel Consiglio Direttivo della Fipe nazionale, unico rappresentante della Romagna, alle elezioni che hanno portato alla conferma anche del presidente Fipe nazionale Lino Stoppani.

“La crisi si fa sentire per i pubblici esercizi  – rimarca Malossi – e uno dei principali problemi è costituito dalla diminuzione dei margini aziendali.
La politica, a tutti i livelli, ha le sue colpe: le liberalizzazioni, ad esempio, hanno aperto la porta a chiunque, con il risultato che oggi in Italia, come ha ricordato il Presidente Stoppani, si ha un eccesso dell’offerta: 4,3 pubblici esercizi ogni 1000 abitanti, una densità media molto più alta di quella europea che è ferma al tre. E’ inevitabile che su questi numeri la concorrenza si basi sopratutto su una guerra di prezzi con gravi conseguenze sulla qualità del servizio e del prodotto offerto. A chi ci amministra chiediamo di guardare al settore dei pubblici esercizi come una risorsa su cui investire, mentre proseguiamo la lotta contro l’abusivismo che ruota attorno a sagre e agriturismi”.

Quale futuro per i pubblici esercizi? Il Presidente Fipe Stoppani su Libero ne parla

Sabato 25 ottobre, in un intervista a Libero, il Presidente Fipe Lino Stoppani da una lettura chiara della condizione in cui versa il pubblico esercizio. Il Presidente indica nella crisi uno dei problemi principali della diminuzione dei margini aziendali delle imprese che rappresenta, ma si spinge oltre e arriva a dare una lettura molto interessante.
Sì, la crisi incide, ma a monte c’è un forte disinteressamento della politica sul destino di questo settore e una scarsa capacità degli imprenditori di sapersi rinnovare.