archivi Categorie: Le Pillole del Presidente

Il Punto del Presidente Fipe:”AGRICOLTURA E INVASIONI DI CAMPO”.

ATTENZIONE AL BUONISMO NORMATIVO CHE FAVORISCE L’INVASIONE DI BANCARELLE, SAGRE E MANIFESTAZIONI SU CUI NON MANCANO CRITICITÀ.

foto stoppani 1“Considero l’Agricoltura un asset strategico per l’Italia, spesso maltrattato come succede alle cose importanti, con un autolesionismo che ci vede primeggiare, su un fronte allargato, che coinvolge turismo, tesori artistici, università, eccellenze varie.

L’Agricoltura è stata per secoli il settore primario della nostra economia, su cui è consolidata la nostra cultura, la nostra cucina, le nostre tradizioni.

Con la rivoluzione industriale sono cambiate le priorità nella elaborazione delle politiche economiche nazionali, che hanno visto prevalere gli interessi dell’Industria, che hanno certamente favorito la modernizzazione, a svantaggio però di altri settori e di altri valori, con danni evidenti all’ambiente, ai territori e alla stessa qualità e varietà delle produzioni agricole, conseguenze percepite però con grave ritardo, quando cioè gli effetti si erano già manifestati.

Conseguenza sono le aree dismesse, abbandonate, inquinate, l’abbandono delle campagne, la mancata cura del territorio, che ha reso fragile tutto il sistema”.

leggi l’intero articolo a cura di Lino Enrico Stoppani

ESTATE 2014: maltempo, il Governo intervenga a sostegno del turismo.

Foto stoppani“Siamo contenti che la maggioranza abbia compreso la crisi del settore e auspichiamo interventi che colmino il vuoto del decreto cultura e turismo che ha completamente ignorato tanto gli stabilimenti balneari che la ristorazione, settori fondamentali nell’offerta turistica“.

Questo il commento del presidente di FIPE – CONFCOMMERCIO IMPRESE PER L’ITALIA Lino Enrico Stoppani alla mozione presentata al Senato dal Sen. Saggese ed altri con la quale si impegna il Governo” ad assumere tutte le iniziative di propria competenza per sostenere il settore del turismo e permettere agli imprenditori del comparto di affrontare la difficile fase di congiuntura economica in corso“.

“Dall’inizio della crisi (anno 2008) – prosegue Stoppani – sono stati chiusi circa 50,000 pubblici esercizi ed una estate con condizioni meteo così avverse offre all’orizzonte solo altre nuvole nere circa la tenuta del settore. In particolare, è drammatica la situazione degli esercizi stagionali, primi tra tutti gli stabilimenti balneari, che non riusciranno a coprire nemmeno gli investimenti fatti per l’apertura.

Come FIPE chiediamo al Governo: sospensione del pagamento di contributi ed imposte per le aziende più duramente colpite, estensione a bar, ristoranti, stabilimenti balneari, discoteche dei crediti di imposta per la digitalizzazione e la riqualificazione delle strutture, riduzione dei canoni di concessione per finalità turistico ricreative e revisione del sistema di determinazione dei canoni demaniali relativi alle pertinenze”.

Riccardo Borgo, presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE al riguardo ha dichiarato: “Il comparto balneare costituisce il ‘fiore all’occhiello’ dell’offerta turistica italiana ed oggi deve confrontarsi non solo con la crisi economica, ma soprattutto con le avverse condizioni meteo che penalizzano pesantemente il lavoro di 20.000 imprese ed oltre 100.000 occupati diretti.

Sono necessari interventi a sostegno della categoria – e questa mozione va nella direzione giusta – se l’Italia vuole tornare ad essere competitiva e scalare la graduatoria delle principali mete turistiche internazionali.”

Il Punto del Presidente Fipe Stoppani.

“LA NORMALITÀ”
SUL LAVORO OGNI IMPRENDITORE HA DIRITTO DI ORGANIZZARSI L’ATTIVITÀ COME MEGLIO RITIENE, NEL RISPETTO DELLE LEGGI. QUELLO DI
CUI C’È BISOGNO IN GENERALE È IL RECUPERO DEL BUON SENSO

Foto stoppaniRecentemente ha fatto cronaca la decisione di un qualificato ristoratore di Bagnolo Mella (Bs) che ha vietato l’ingresso nel suo locale ai bambini sotto i 10 anni, dopo le ore 21.

Da un punto di vista formale, il provvedimento non presenta criticità: un pubblico esercizio può rifiutare una prestazione se esistono giustificati motivi che lo impongano, e gli schiamazzi, il pianto o le intemperanze dei piccoli possono costituire valide giustificazioni. Inoltre, qualsiasi esercente ha il diritto di caratterizzare la propria offerta, imponendo anche vincoli di accesso – sul vestiario, sul genere, sull’età, etc. – assumendosene i rischi commerciali conseguenti.

Tralascio gli aspetti educativi e sociali sul fatto in discussione, che non mi competono, utili però a completare un ragionamento su notiziequasi mai correttamente interpretate dai commentatori, che partono dal presupposto che tutto sia dovuto solo per il fatto che trattasi di esercizio aperto al pubblico.

 

leggi l’intero articolo a cura di Lino Enrico Stoppani su Mixer di marzo 2014

L’importanza di chiamarsi Ernesto. (Ovvero saper scegliere il nome giusto per un pubblico esercizio giusto)

Così si intitolava una famosa commedia teatrale di Oscar Wilde, dove alcune storie d’amore si intrecciavano su equivoci di identità. Effettivamente però il nome, e questo vale anche per un pubblico esercizio, è un fattore importante, indizio immediato di carattere, ha la funzione di stimolare un’idea – anche solo immaginaria – sul tal luogo.

Ad esempio, chi dovesse leggere per la prima volta di un distinto ristorante cesenate che si chiama “Quel Castello di Diegaro..”, subito si immaginerebbe (a ragione) un locale allestito all’interno di un castello oppure potrebbe accadere che chi scegliesse di prendere un caffè in un piccolo centro storico, probabilmente troverebbe un pubblico esercizio che si chiama “Bar Centrale“.

Question Time: cosa vogliono i clienti del pubblico esercizio?

Abbiamo detto spesso dalle pagine di questo blog che per gestire un pubblico esercizio è necessario essere sempre più manager d’azienda piuttosto che bravi baristi o cuochi.
C’è un passaggio concettuale che oggi diventa ancora più fondamentale, anche perchè nella jungla di leggi e locali alternativi in cui si trova a lavorare l’esercente di pubblico esercizio, è facile perdersi… anzi perdersi è una certezza se non si ha una guida!

La Fipe Confcommercio del comprensorio cesenate si propone come guida e lo è già effettvamente per tanti e non solo grazie allo strumento de lacasafuoricasa. Siamo di continuo stimolo per gli imprenditori, sempre pronti ad incontrarli per portare avanti progetti comuni.

Oggi in particolare intendiamo affrontiamo una questione che spesso si sottovaluta: l’analisi della propia domanda di mercato.

Tripadvisor: recensioni sincere o trappole per esercenti e clienti?

tripadvisorMentre ieri c’erano i critici gastronomici, le riviste e guide specializzate  oggi ci sono i followers, i social network e l’impietoso sistema di recensioni online.

Alzi la mano chi – anche tra gli addetti al lavoro – non ha mai guardato una recensione su Tripadvisor per farsi un’idea sul tal posto dove andare a mangiare, dormire, visitare, ect…

Ma siamo sicuri che le recensioni che vengono pubblicate siano sincere?
Spesso la Fipe ha affrontato questo problema, sollecitata anche dagli associati che vedevano pubblicati sulle loro pagine recensioni critiche e del tutto fuorvianti se non veri e propri casi di “diffamazione online” da parte di alcuni “ipotetici clienti” che però quasi sempre sono anonimi o non rintracciabili. E allora come fare?

I prezzi, i temporali e i gossip sotto l’ombrellone

Puntuale come i temporali estivi o come i gossip sotto l’ombrellone, è arrivata la polemica su alcuni prezzi eccessivi praticati da pubblici esercizi in località turistiche, con tanto di foto di scontrino e indignazione popolare. Purtroppo questi interventi – e con rammarico dobbiamo dire che spesso sono amplificati dalla stampa – rischiano di “fare di un’erba un fascio” e di bollare come criminali gli esercenti dei pubblici esercizi.

Inoltre – con tutto rispetto per gli ignari consumatori che si sono sentiti “derubati” – mentre in passato la pubblica opinione avrebbe forse “canzonato ironicamente” costoro, oggi  vi è l’abitudine di pretendere giustizia non solo quando un altro ci fa un torto, ma anche quando siamo noi a commettere un errore (con la propria libertà di scelta).
Certo, se l’esercente avesse applicato al cliente – perchè straniero e non conoscitore della lingua o semplicemente distratto – un prezzo diverso da quello esposto, avrebbe commesso una grave infrazione da sanzionare. Ma non è questo il caso.

E noi di Fipe siamo stati piacevolmente sorpresi di scoprire che una volta tanto qualcuno – che non fa parte di una federazione di categoria – la pensi come noi, e che dica cose un pò fuori dal coro.

Il giornalista economista Nicola Porro, commenta ciò che è accaduto con un altro punto di vista e dalle pagine del suo blog Zuppa di Porro evidenzia come ci sia in atto anche un “meccanismo di deresponsabilizzazione” di fronte al quale tutto il resto del mondo è colpevole, tranne quello che commette l’errore.

Sotto ve ne propiano la lettura, perchè offre davvero un interessante spunto, non solo economico ma anche sociale, da cui si potrebbe far partire un dibattito.

Ristorazione Internazionale: le parole d’ordine sono Fresco, Veloce e Divertente (seconda parte)

Ieri abbiamo visto alcuni format di ristorazione internazionale che hanno fatto della velocità e del “friendly design” il loro successo. Adesso vediamo altri due interessanti casi.