Sagre: no a quelle fasulle.

Con l’avvicinarsi dell’autunno torna di attualità il problema relativo alle sagre di ogni genere che proliferano sul nostro territorio. Solo in pochissimi casi si tratta di eventi legati a ricorrenze radicate alle tradizioni locali, mentre la maggior parte delle stesse è organizzata a fini esclusivamente commerciali e con violazioni della disciplina fiscale.
La Fipe Confcommercio di Cesena non è assolutamente contraria alle feste e sagre tradizionali oneste, la contrarietà nasce laddove si creano eventi che nulla hanno di tradizionale ma, al contrario, hanno molto di commerciale.

“Il settore della ristorazione è il più esposto dalla concorrenza di questi eventi – spiega il presidente Fipe Ristorazione Confcommercio Lucchi Paolo – e questa situazione aggravata dalla crisi economica non è più sostenibile. I pubblici esercizi devono inoltre affrontare tutta una serie di adempimenti amministrativi, fiscali, igienico-sanitari e tanto altro ancora ai quali non sottostanno le suddette manifestazioni. Occorre un regolamento che stabilisca i criteri cui si devono uniformare questi eventi, criteri che devono a nostro avviso basarsi sulla tradizione locale. La sagra, come fine, ha la promozione di un prodotto specifico locale e dobbiamo avere il coraggio di distinguerle da tutte quelle che invece hanno solo obiettivi di cassetta e finiscono per snaturare e svilire la tradizione di un territorio.

Ma sotto accusa non c’è soltanto la reale tipicità dei prodotti al centro delle sagre, ma anche il mancato rispetto per le condizioni igienico sanitarie, delle normative fiscali e della normativa sulla sicurezza, le assicurazioni del personale contro gli infortuni, la qualità e lo stato di conservazione degli alimenti somministrati sotto l’aspetto sanitario e della tracciabilità dei prodotti.

Se poi alle sagre si aggiungono tutte le altre numerose forme di somministrazione diverse dal pubblico esercizio come i circoli, gli agriturismi e le feste di partito che, oltre tutto, fruiscono di regimi fiscali di favore fino alla totale esenzione di imposte dirette e indirette, si comprende facilmente lo stato d’animo delle attività di somministrazione del nostro territorio che sono continuamente tartassate da controlli eccessivi e dall’aumento delle imposte.

“La Fipe Confcommercio intende stimolare una maggiore integrazione di queste manifestazioni con il sistema imprenditoriale e della ristorazione, per unire maggiormente i punti di forza in un’operazione complessiva di promozione territoriale. È per questo che chiediamo un regolamento provinciale che stabilisca criteri più rigidi per l’autorizzazione – continua Lucchi del ristorante “Da Lucio” di Borello – e chiediamo un intervento “moralizzatore” anche dai Sindaci del nostro comprensorio, con l’obiettivo di limitare la forte concorrenza sleale verso i pubblici esercizi che invece devono sostenere costi ben elevati.”

Si parla tanto di lotta contro l’evasione fiscale e invece quello delle sagre e delle feste paesane, il mondo dei circoli e degli agriturismi, è diventato una vera e propria attività economica che produce ogni giorno entrate importanti ed esentasse. Se consideriamo poi che la maggior parte delle sagre ormai hanno prezzi identici a quelli dei ristoranti e che la somministrazione viene effettuata senza i normali controlli di igiene e sicurezza, si apre anche un problema di tutela dei consumatori.

“Sono certo – conclude il presidente – che laddove perdurasse il disinteresse delle amministrazioni pubbliche nei confronti delle giuste rivendicazioni degli esercenti, la Fipe si mobiliterà affinchè vi sia l’applicazione delle normative vigenti anche nei confronti di chi organizza manifestazioni a scopi puramente commerciali.”

 

About Sara Montalti
Laureata in Relazioni Pubbliche, lavoro nel settore dell'Assistenza Sindacale e Progettuale in Confcommercio Imprese per l'Italia dal 2005 e sono segretaria della Fipe del Comprensorio Cesenate. Il lavoro di segreteria sindacale implica l’immedesimarsi totalmente nelle problematiche relative al settore e cercare insieme al presidente di categoria, in concertazione con i dirigenti dell’associazione e degli associati, di risolvere o sviluppare interventi a sostegno delle loro situazioni.

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