Pubblico Esercizio e Crisi: rapporto nazionale sul consumo e prezzi

Il marchio della FIPESul sito nazionale della Fipe è stata pubblicata una nota sul rapporto tra aziende di pubblico esercizio e crisi, che mette in risalto l’andamento dei prezzi nei confronti dell’inflazione.

Nell’ultimo anno i prezzi della ristorazione sono aumentati del 2,2% a fronte di un tasso d’inflazione generale del 3,2%.
E’ dall’inizio del 2011 che i prezzi di ristoranti e bar mantengono un profilo di crescita moderata in un contesto inflattivo vivace, in particolare nei servizi pubblici locali (acqua, elettricità, rifiuti) e nei prodotti alimentari, voci entrambe pesanti nei costi della ristorazione. 

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Gli effetti sui prezzi sono ben spiegati da alcuni prodotti simbolo del bar come caffè a cappuccino. Rispetto ad un anno fa il caffè è aumentato di tre centesimi ed il cappuccino di due. Attualmente il prezzo medio della tazzina di espresso è di 93 centesimi di euro, mentre per un cappuccino sono necessari, sempre in media, 1,25 euro.
Il panino, un altro prodotto importante per i consumatori italiani (tra chi pranza abitualmente fuori casa lo sceglie uno su quattro), ha un prezzo medio di 2,86 euro con un aumento di otto centesimi rispetto ad un anno fa.

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In ristoranti, trattorie e pizzerie l’inflazione è ancora più fredda. In un anno i prezzi sono aumentati dell’1,9%. Oggi per un pasto in pizzeria (pizza+bevanda) sono necessari 8,81 euro, 21 centesimi più di quanto si spendeva un anno fa (valori medi).
Questa (debole) dinamica dei prezzi è la prova provata di una domanda che non tira. Nel primo semestre di quest’anno le vendite reali della ristorazione, ovvero al netto dell’inflazione, sono calate dell’1,9%.
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Le difficoltà dei consumi si riflettono sull’andamento dei prezzi ma anche sul turnover delle attività di ristorazione.

Tra gennaio e giugno del 2012 hanno cessato l’attività 14.004 imprese. grafico4-notacs13-09-12

Il saldo nel 2012 è quindi negativo e conta quasi 5.000 imprese in meno: si può immaginare che un ruolo rilevante in questo processo sia stato giocato proprio dalla crisi che ha colpito il consumo delle persone, ma anche dall’incremento delle tariffe legate alla gestione dell’attività.

About Sara Montalti
Laureata in Relazioni Pubbliche, lavoro nel settore dell'Assistenza Sindacale e Progettuale in Confcommercio Imprese per l'Italia dal 2005 e sono segretaria della Fipe del Comprensorio Cesenate. Il lavoro di segreteria sindacale implica l’immedesimarsi totalmente nelle problematiche relative al settore e cercare insieme al presidente di categoria, in concertazione con i dirigenti dell’associazione e degli associati, di risolvere o sviluppare interventi a sostegno delle loro situazioni.

2 Responses to Pubblico Esercizio e Crisi: rapporto nazionale sul consumo e prezzi

  1. Cristiano ha detto:

    soo tantissime 5.000 imprese in meno in un solo anno! forse c’enerano troppe prima? comunque un cimitero.

    • Sara Montalti ha detto:

      Ciao Cristiano, hai ragione.. 5000 imprese sono tantissime… un silenzioso tsunami di cui purtroppo quasi nessuno parla. La causa è da cercarsi nella crisi certamente, ma anche nel sistema di liberalizzazione che in passato – come spesso il nostro presidente ha ricordato – ha provocato la teoria che il mestiere di pubblico esercizio è semplice, non occorrono specifiche conoscenze e che il mercato si autoregola. Purtroppo la realtà ha smentito la teoria, peccato che l’abbia fatto sulle spalle di tanti imprenditori e delle loro famiglie.

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