Sicurezza, serve una risposta di sistema
Ci sono già tante incognite nel mondo del lavoro di oggi che un imprenditore non dovrebbe avere la preoccupazione quotidiana di poter subire un furto o una rapina nella propria azienda. Eppure ormai è così e il tema della sicurezza è entrato nella quotidianità dell’attività imprenditoriale. Lo sanno bene i pubblici esercizi che a Cesena sono stati bersagliati dai malviventi. La storia del bar caffetteria L’Intervallo di via Brusi – (leggi post precedente) – è purtroppo comune a tanti altri.
“Non usiamo il termine microcriminalità che è riduttivo: i furti e le rapine sono atti criminali a tutti gli effetti”, sottolinea Angelo Malossi, presidente della Fipe Confcommercio Bar Cesenate. “Nel nostro territorio queste pratiche delinquenziali sono cresciute a livello esponenziale e in non pochi pubblici esercenti prevale oggi un misto di esasperazione e rassegnazione di fronte a eventi che paiono ineluttabili”.
Ma così non deve essere e la politica – mette in risalto Malossi – ha il dovere di affrontare questa situazione facendola diventare prioritaria. “Oltre alle risposte che ciascun imprenditore deve darsi privatamente, con sistemi di prevenzione e deterrenza, serve una risposta di sistema – aggiunge il presidente della Fipe Bar – Le forze dell’ordine impegnate nel territorio si distinguono per capacità e abnegazione, ma gli organici vanno potenziati. A monte, però deve scattare una riforma della giustizia che renda certe le pene. L’amministrazione comunale, dal canto suo, ha annunciato un sistema di interventi che riguarda la videosorveglianza, ma a parte i primi che dovrebbero partire entro l’anno in un paio di quartieri, si ignora ancora la programmazione dei lavori e ciò significa che la stragrande maggioranza dei quartieri, specie periferici, non è al corrente di quando le telecamere verranno installate”.
Cittadini e imprenditori aspettano una risposta sul fronte della sicurezza e degli strumenti che la devono garantire. Ma nel frattempo, che fare? Come contrastare l’azione dei criminali? “Alcuni baristi, sconfortati dopo gli ennesimi furti, ci hanno confidato che pensano di mollare – racconta Malossi – già è impegnativo gestire un’attività normalmente, figuriamoci quando si finisce nel mirino dei ladri e dei rapinatori. Speriamo che sia solo uno sfogo, comprensibile, dei baristi assaliti, ma occorre far sentire loro una concreta vicinanza, non solo con parole, ma con atti e interventi. Il malaugurato abbandono anche di un solo barista, per resa di fronte alla criminalità, sarebbe una gravissima sconfitta della città, di cui i pubblici esercizi rappresentano il primo biglietto da visita in termini di accoglienza e ospitalità”.
Da anni Confcommercio porta avanti la battaglia per la sicurezza, tra le prossime iniziative promosse da Fipe ci sarà anche un corso di formazione rivolto soprattutto ai gestori e agli operatori dei pubblici esercizi per insegnare loro come reagire davanti a situazioni problematiche o rapine.
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