Ristoratori, battaglia vinta: stop ai cinque Pos sui buoni pasto

buoni pasto
L’epoca dei cinque Pos diversi accanto al registratore di cassa di bar e ristoranti sembra essere finita. Finalmente anche i pubblici esercizi potranno leggere i buoni pasto elettronici su un unico dispositivo, a prescindere da quale sia la società emettitrice. La buona notizia anche per i ristoratori cesenati, la categoria commerciale più in crescita nel Cesenate negli ultimi anni, arriva dal Senato.

“Le Commissioni Affari costituzionali e Lavoro di Palazzo Madama hanno approvato due emendamenti al Dl Semplificazioni presentati che fanno propria una battaglia storica di Fipe-Confcommercio – rimarcano i presdienti Fipe ristoratori Confcommercio cesenate Vincenzo Lucchi e Fipe baristi Confcommercio cesenate Angelo Malossi – . Un risparmio non da poco per titolari e gestori dei locali che si muovono all’interno del circuito dei buoni pasto, che fino ad oggi si sono visti costretti a sostenere il 25% di spese ogni 1.500 euro di fatturato, solo per installazione, commissioni e contratti di affitto dei vari lettori elettronici. “Quella del POS unico è una battaglia di semplificazione e modernizzazione che porterà importanti risparmi all’interno di un sistema costoso come quello dei buoni pasto. – sottolineano i presidenti Lucchi e Malossi – In questo momento di gravissima difficoltà per gli operatori del settore ogni euro risparmiato diventa vitale. Le realtà piccole e piccolissime che hanno minore possibilità negoziale grazie a questo intervento normativo non saranno più costrette a tenere accanto al registratore di cassa un dispositivo per ogni società emettitrice. È un risultato importante che ci auguriamo venga confermato anche nelle aule del Parlamento e auspichiamo nei prossimi mesi un ulteriore intervento del legislatore per ridurre drasticamente le commissioni che oggi toccano il 20%. Ogni giorno, negli esercizi convenzionati grandi e piccoli, in Italia si spendono in media 13 milioni di euro sotto forma di buoni pasto. Un servizio sostituivo di mensa essenziale sia per i lavoratori, per i quali rappresenta una componente netta del salario, sia per gli imprenditori, trattandosi di un contributo esentasse”.

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