Bar e ristoranti, farli riaprire il primo giugno è tardi

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Il primo giugno come data per la riapertura dei pubblici esercizi, annunciata dal premier Conte nella diretta televisiva di domenica sera 26 aprile nell’ambito del varo della fase 2 che si aprirà il 4 maggio, è troppo ritardata. Questo è il giudizio della Fipe Confcommercio cesenate.

“I pubblici esercizi stanno dando una straordinaria dimostrazione di senso di responsabilità e di abnegazione – aggiungono i presidenti cesenati Angelo Malossi (bar) e Vincenzo Lucchi (ristoranti) (nelle foto) e meritano risposte eccezionali e tempestive con interventi per sostenerli nella priorità costituita dalla esigenza di liquidità, ancora carenti da parte del Governo. “Fipe – rilevano – ha esercitato una pressione instancabile sugli organi decisori per ottenere, in attesa della riapertura, la possibilità di ricorrere all’asporto, oltre alla consegna a domicilio che numerosi pubblici esercizi cesenati stanno svolgendo dall’inizio dell’emergenza. Finalmente l’ordinanza della Regione ha dato via libera al take away da lunedì 27 aprile e si tratta di un passo avanti anche se verosimilmente non ci si aspetta grandi numeri così come ovviamente non li ha fatta la consegna a domicilio, ma i nostri imprenditori non hanno voluto abbandonare i clienti fidelizzati. Con il take away aumenterà di un po’ il lavoro e gli esercizi rispetteranno i protocolli previsti once le regole sulle attese, con il distanziamento e le indispensabili prenotazioni. Quanto all’atteso inizio della fase due il primo giugno è una data troppo distanziata e l’auspicio è che possa intervenire la Regione, inoltre servono linee guida chiare e i ristoratori sono pronti ad osservare con il distanziamento e tutte le altre prestazioni richieste , ma concordano sul fatto che i divisori in plexiglass sono assolutamente improponibili”.

Angelo Malossi, presidente della Fipe Confcommercio Cesenate (Bar)

“I pubblici esercizi stanno dando una straordinaria dimostrazione di senso di responsabilità e di abnegazione – aggiungono i presidenti cesenati Angelo Malossi (bar) e Vincenzo Lucchi (ristoranti) – e meritano risposte eccezionali e tempestive con interventi per sostenerli nella priorità costituita dalla esigenza di liquidità, ancora carenti da parte del Governo.

Vincenzo Lucchi, presidente Fipe Confcommercio Cesenate (Ristoranti)

“Fipe – rilevano i due presidenti – ha esercitato una pressione instancabile sugli organi decisori per ottenere, in attesa della riapertura, la possibilità di ricorrere all’asporto, oltre alla consegna a domicilio che numerosi pubblici esercizi cesenati stanno svolgendo dall’inizio dell’emergenza. Finalmente l’ordinanza della Regione ha dato via libera al take away da lunedì 27 aprile e si tratta di un passo avanti anche se verosimilmente non ci si aspetta grandi numeri così come ovviamente non li ha fatta la consegna a domicilio, ma i nostri imprenditori non hanno voluto abbandonare i clienti fidelizzati. Con il take away aumenterà di un po’ il lavoro e gli esercizi rispetteranno i protocolli previsti once le regole sulle attese, con il distanziamento e le indispensabili prenotazioni. Quanto all’atteso inizio della fase due il primo giugno è una data troppo distanziata e l’auspicio è che possa intervenire la Regione, inoltre servono linee guida chiare e i ristoratori sono pronti ad osservare con il distanziamento e tutte le altre prestazioni richieste , ma concordano sul fatto che i divisori in plexiglass sono assolutamente improponibili”.

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