Imprenditori agricoli e somministrazione, la posizione di Fipe

Fipe Confcommercio stesso mercato stesse regole

Fipe Confcommercio il 10 ottobre scorso è stata audita dalla IX Commissione del Senato sul disegno di legge recante “norme per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale”, e, in tale sede, ha espresso la propria contrarietà alle disposizioni che prevedono che gli imprenditori agricoli possano effettuare anche attività di somministrazione.

Le osservazioni della Federazione sono integralmente riportate nel documento lasciato agli atti (clicca qui per leggerlo) e sono volte, in sostanza, a ribadire ancora una volta il principio per cui nello stesso mercato devono essere applicate le stesse regole.
In sostanza, il presidente Lino Stoppani ha fatto presente che il proliferare di atti normativi nel settore agroalimentare rischia di creare rilevanti effetti distorsivi nel mercato se il legislatore non si premurerà di coordinarli con la disciplina del commercio tramite i canali tradizionali.

Basti ricordare che agli imprenditori agricoli, nell’ambito della vendita al dettaglio, è altresì consentito effettuare il consumo immediato dei prodotti primari o trasformati (ad es. succhi di frutta, yogurt, vino) provenienti in misura prevalente dalle rispettive aziende utilizzando i locali e gli arredi nella loro disponibilità (art. 4 comma 8 bis del DLgs n. 228/2010), purché “tale attività non avvenga in modalità analoga a quella consentita negli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande di cui alla legge n. 287/1991”.

In sostanza, è stato agevolato il consumo sul posto dei suindicati prodotti agricoli che, attualmente, può avvenire – oltre che in occasioni particolari, come sagre e fiere – anche presso i locali nella disponibilità dell’azienda senza che questi siano assoggettati al cambio di destinazione d’uso, sempre che vengano adoperati i soli arredi già presenti nell’azienda e con l’esclusione del servizio assistito di somministrazione (in tal senso, ex multis, Circolare MISE 3603/C).

Non si può di certo nascondere la preoccupazione connessa alle conseguenze derivanti dall’eventuale estensione anche agli imprenditori agricoli di un’attività, che da sempre rappresenta una prerogativa dei pubblici esercizi, alla quale sottende un interesse pubblico che impone l’adempimento di specifici obblighi normativi particolarmente stringenti e, allo stato, inderogabili.

I componenti della Commissione si sono mostrati attenti alle istante avanzate dal Presidente, esprimendo anche apprezzamento per il contributo tecnico fornito, di qui l’auspicio da parte della Federazione che quanto richiesto nelle osservazioni venga recepito nel testo di legge definitivo.

Fipe, continuerà a monitorare l’iter del provvedimento ed a intervenire in tutte le sedi competenti per salvaguardare gli interessi delle imprese rappresentate.

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