Il decalogo di Andrea Fongo: il Buono? E’ ciò che è Bello

Oggi affermato fotografico di food, alle spalle un passato da cuoco: i consigli di Andrea Fongo su come immortalare con efficacia le creazioni culinarie.

“Come cuoco ho iniziato da autodidattica, principalmente in contesti dove la ristorazione prevedeva grandi numeri e menù piuttosto standardizzati. Non c’era spazio per la creatività. Appena ho potuto, una volta che capito che volevo uscire dal retro delle cucine, mi sono alla mia passione più grande: la fotografia. Il linguaggio delle immagini rappresenta il modo migliore pt comunicare ed esprimere la mia creatività ad altre persone. Ho deciso di continuare sulla strada che avevo tracciato tra padelle e fornelli e sono diventato fotografo di food”.

Quanto ti è servito aver sperimentato in prima persona il mestiere di cuoco nella tua professione attuale?
Davvero tanto, perché l’esperienza pregressa mi consente di immedesimarmi nei cuochi con cui collaboro: poter stabilire un rapporto empatico e profondo con un cliente è sempre un grande valore aggiunto nel mestiere di fotografo.
Cos’è per te il foodporn?
Per il mio modo di vedere, la definizione fa riferimento ad un modo di fotografare i piatti che non intende essere una condivisione che li valorizzi o li faccia apprezzare, ma piuttosto un’azione compulsiva, quasi effimera. Si scatta una foto perché ora il cibo va di moda e si ha un telefono con fotocamera in mano. Attenzione, non delegittimo l’uso del cellulare, ma può essere fatto in maniera migliore.
Quanto è importante dare la giusta rilevanza estetica alle proprie creazioni culinarie e utilizzare con efficaci i social?
Usare i social in maniera oculata e consapevole, per far vedere e parlare di sé, specialmente se si è un ristoratore, è un’ottima cosa. Spesso purtroppo si tende a fare da soli, delle foto ai testi fino all’intera gestione e si possono fare tanti pasticci ottenendo risultati molto poco promittenti.
Secondo te perché oggi la rilevanza delle immagini è assurta a un ruolo così importante?
Perché la fotografia ha il potere dell’immediatezza, del contenuto, del linguaggio e del messaggio. Prendo in prestito il famoso detto “Non è bello ciò che è bello , ma è bello ciò che piace”:ora vale tanto il contrario – “e buono ciò che è bello”, soprattutto nei siti di rating ristoranti come TripAdvisor o The Fork.

Occhi da sfamare, cibo da guardare.

Il food come nuovo codice comunicativo, declinato nel tempo e nello spazio attraverso scatti meticolosi e inquadrature ardite.
Nel nuovo codice semantico del web sono sempre più spesso i piatti a parlare. Nei social, come per esempio Instagram, vengono postate tutti i giorni immagini di piatti forse perché oggi il cibo è diventato il mezzo più semplice e immediato di raccontarsi e evita il difficile compito di argomentare verbalmente il nostro pensiero. Ha anche una valenza politica,contrapponendo credo diversi: onnivori/carnivori da una parte contro vegetariani/vegani. Inizialmente fu la pasticceria nel diffondere immagini di dolci sfruttando soprattutto l’estetica. Il ruolo dei food blogger ha contribuito a diffondere le immagini e a lanciare un nuovo stile comunicativo. Poi infine si è passati ai social, dove molte trasmissioni hanno acquisito il format del tutorial.

Foto che fanno la differenza
Il decalogo di Andrea Fongo

1.    Essere personali: avere la consapevolezza di comunicare le proprie peculiarità e la propria identità in modo personale e possibilmente originale.
2.    Posizione: nel formato quadrato di instagram è ottimale che il “soggetto” delle foto, che sia food o un ritratto al personale, sia centrato.
3.    Composizione: riempite tutta l’immagine perché sarà meglio visualizzarla sul piccolo schermo del cellulare, dove la maggior parte degli utenti guarda Instagram.
4.    Punto di vista: fotografare il food quasi sempre con un’angolazione di 45 gradi. Se il cibo ha poco volume come una zuppa fare la foto dall’alto a 90 gradi, mentre se ha un grosso volume, per esempio un hamburger, allora meglio scattare in maniera frontale.
5.    Linee dritte e regolari: evitare di fotografare il cibo/piatto inclinato e nelle foto degli interni del locale mantenete le linee verticali e orizzontali dritte.
6.    Fonte luminosa: prediligete la luce naturale del sole perché avrete colori migliori e una migliore qualità dell’immagine.
7.    Luce: la luce perfetta per creare dei chiaroscuri e rafforzare la forza dell’immagine è quella che viene di fronte a voi e di lato. La luce che viene dalle vostre spalle appiattisce il soggetto.
8.    Colore: non applicate filtri alle foto di cibo ma rispettate il giusto colore che viene visto dall’occhio umano.
9.    Contestualizzare: inserire dettagli del vostro locale a fianco di un piatto (anche pareti, mani ed altri elementi) e dedicate scatti di dettagli per incuriosire e stimolare le persone che vedranno le vostre foto.
10.    Layout: seguite la regola delle tre foto su instagram per inserire foto che “parlino tra di loro” cioè che abbiano assonanza di soggetto, colore, forme dell’immagine.

Da Mixer di aprile 2018

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