Food delivery, coniugare diritti e sostenibilità del servizio

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Quello del food delivery è un mercato in forte espansione: sicuramente nelle grandi città, ma anche nel nostro territorio sono sempre di più i pubblici esercizi che fanno ricorso ai servizi di consegna a domicilio.

Sul food delivery si è recentemente aperto un dibattito nel Paese. Parliamo di un mercato piuttosto giovane, fatto perlopiù da società che hanno cominciato a guardare il mercato italiano nel 2015. Secondo la stima più ottimistica potrebbe valere un giro d’affari di circa due miliardi di euro (numeri di un report pubblicato lo scorso marzo da una società di comunicazione, Comunicatica). Cresce del 3% circa ogni anno. E secondo alcuni stralci di un report che sarà pubblicato a luglio a cura della Fondazione De Benedetti, pare che in Italia lavorino come fattorini nel settore circa 10mila persone.

Anche Fipe Confcommercio interviene nel dibattito sulla regolamentazione lavorativa dei fattorini. “Le consegne a domicilio di pasti sono in linea con l’evoluzione degli stili alimentari dei consumatori e per questo riteniamo che vadano individuate soluzioni in grado di coniugare i diritti di chi lavora con la sostenibilità economica del servizio per tutte le componenti della filiera, a cominciare dai ristoranti per i quali il delivery ha già costi rilevanti”. Questo il commento di Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi in merito al “caso rider” nato in seguito alla proposta del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio di un decreto per tutelare il lavoro dei fattorini che si occupano delle consegne per conto delle grandi piattaforme del delivery.

“I diritti di chi lavora – prosegue Stoppani – vanno garantiti, in particolare quando si tratta di giovani per i quali l’ingresso nel mondo del lavoro è sempre più difficile. Tuttavia, dobbiamo tutti riflettere sul fatto che se i servizi prevedono oneri modesti a carico dei consumatori a copertura dei costi, è difficile far quadrare i conti senza generare effetti negativi che si scaricano su ogni soggetto della filiera”.

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