HOME RESTAURANT, LA RISOLUZIONE DEL MINISTERO PREMIA LA BATTAGLIA DELLA FIPE

Gli Home Restaurant sono realtà di natura commerciale e vanno pertanto equiparati alle attività di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico. La battaglia della Fipe Confcommercio trova un importante riscontro nel Ministero dello Sviluppo Economico. Il Mise, infatti, con una risoluzione del 10 aprile scorso, fa chiarezza sull’inquadramento degli Home Restaurant sostenendo che sono da considerarsi attività imprenditoriali a tutti gli effetti, e che quindi vanno verificati la sussistenza dei requisiti e vanno controllati come tali.

Fipe sta vincendo la sua battaglia e l’associazione ha predisposto un modulo per la segnalazione agli organi competenti delle attività di home restaurant senza requisiti.

Il Ministero, infatti, non solo definisce esplicitamente tali attività come attività economiche in senso proprio, ma afferma anche che la disciplina commerciale applicabile agli Home Restaurant è quella relativa alle attività di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico – artt. 64 e 71 D.Lgs. 59/2010 – sia per quanto riguarda il possesso dei requisiti necessari (morali e professionali) sia per l’obbligo di presentazione di una SCIA per l’inizio dell’attività o eventualmente della richiesta di autorizzazione, ove trattasi di attività svolte in zone tutelate.

Scrive il Mise a riguardo degli home restaurant: “L’attività in discorso, ad avviso della scrivente, anche se esercitata solo in alcuni giorni dedicati e tenuto conto che i soggetti che usufruiscono delle prestazioni sono in numero limitato, non può che essere classificata come un’attività di somministrazione di alimenti e bevande, in quanto anche se i prodotti vengono preparati e serviti in locali privati coincidenti con il domicilio del cuoco, essi rappresentano comunque locali attrezzati aperti alla clientela”.

La risoluzione (vedi Allegato Mise) soddisfa la Fipe. “Non si può che esprimere apprezzamento per tale risoluzione, dato che con essa il Mise fa sì che il principio “stesso mercato, stesse regole” sia effettivamente applicato, in quanto, come già accennato nella precedente circolare, la diffusione di queste attività sta creando un’ulteriore forma di mercato parallelo e di concorrenza sleale nei confronti dei pubblici esercizi”, rileva l’associazione.

Ma ora questa risoluzione non deve cadere nel vuoto. Per tanto la Fipe invita le associazioni territoriali a sollecitare i controlli di tali attività attraverso la presentazione di un esposto/denuncia alle autorità competenti (vedi Allegato), integrato con il riferimento alla risoluzione Mise in oggetto, con il suggerimento di allegarla.

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