Macfrut: dove sono le vere ragioni del suo trasferimento?

Ma se il Macfrut è in salute, ed è una delfaccia-fatta-con-la-frutta2-300x223le pochissime fiere italiane a distribuire utili, che bisogno c’è di un dottore per curarlo, trasferendolo a Bologna? La considerazione è stata uno dei leit motiv del Vox Populi di Confcommercio cesenate tenutosi giovedì sera a Teleromagna, in cui pressochè tutti i partecipanti hanno preso le distanze dalla decisione dell’ente Fiera e dell’amministrazione comunale che ne detiene oltre il 70% di quote, di portare via da Cesena il Macfrut, per darlo quasi certamente a Bologna.

La metafora usata da Renzo Piraccini, nuovo presidente di Cesena Fiera – quella di essere un dottore venuto per curare Macfrut – è stata criticata perché sarebbe una contraddizione in termini visto che Macfrut sta più che bene, ed è stato anche rimarcato che Macfrut serve a Bologna, il cui ente fiera soffre, e che Cesena oltre a portarglielo pagherà persino l’affitto degli stand per un costo di 350 mila euro.

Tra gli ospiti l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani (Pd) il quale ha rimarcato che fino ad oggi la logica di governo del territorio regionale è stata quella di un frazionamento feudale regolato dal signore di Bologna e ha aggiunto che non sono convincenti le argomentazioni di chi vuole portare a Bologna il Macfrut.

Nella foto il Presidente Patrignani e Valbonetti Pier Giorgio durante le conclusioni della puntata di ieri sera

Nella foto il Presidente Patrignani e Valbonetti Pier Giorgio durante le conclusioni della puntata di ieri sera

“A Forlì – ha detto Balzani – avevamo l’aeroporto che ci stava molto a cuore come a Cesena sta il Macfrut, ma su quello non si è potuto fare a meno di intervenire perchè lui sì che era veramente malato grave. Il Macfrut invece è sano e in salute e non si capisce perché si deve intervenire”. L’ex assessore provinciale del Pd Maurizio Brunelli ha rimarcato che occorre legare la scelta sull’eventuale diversa destinazione di Macfrut al nuovo assetto di Area Vasta Romagna che si prefigurerà dopo l’abolizione delle Province e ha convenuto con l’opposizione che sul Macfrut deve pronunciarsi il consiglio comunale. Quello che al Vox populi hanno chiesto Stefano Spinelli (Ncd), Gilbero Zoffoli, capogruppo Libera Cesena, e Marco Casali (Forza Italia). “Macfrut non è di Cesena Fiera né dell’amministrazione ma dell’intera città e se non avessimo chiamato in audizione il nuovo presidente Piraccini non avremmo appreso che la decisione di spostare Macfrut da Cesena era già stata presa senza coinvolgere minimamente la città. Scandaloso”. “I trenta espositori che si sono detti d’accordo di spostare il Macfrut a Bologna – ha incalzato Patrignani – sono minoritari rispetto a tutti gli altri e rispetto alle migliaia di imprese cesenati che il Macfrut lo vogliono qui, nella città che l’ ha visto nascere, crescere e affermarsi. Stanno stretti qui? Vadano a Berlino”. “Per il sindaco Lucchi – ha accusato Stefano Spinelli – è più importante mettere tre milioni e passa su piazza della Libertà piuttosto che destinare risorse a Macfrut, gioiello di Cesena!”.

Ed ecco la requisitoria di Giorgio Gustavo Rosso del Movimento 5Stelle. “Svendere Macfrut è una scelta indegna. E’ stata scelta una persona che ha il compito di liquidare il Macfrut, mentre invece bisognava sceglierne una per potenziare il Macfrut a Cesena. Da quando è nata questa rassegna tante imprese sono cresciute e hanno aumentato i dipendenti”.

“In questa Regione comanda il Pd che fa ciò che vuole e lo abbiamo visto ancora una volta – ha rimarcato il segretario provinciale della Lega Nord Jacopo Morrone -. In questo modo si svende la Romagna perché Macfrut è della Romagna. Mi stupisce che il sindaco Lucchi, pur invitato, abbia disertato il confronto di questa sera: significa non avere rispetto delle gente di Cesena e di Romagna”. Caustico l’avvocato Riccardo Chiesa, del Mar (Movimento autonomista romagnolo): “Mi rode che si ceda Macfrut a Bologna e questa dolorosa vicenda è una prova ulteriore che bisogna fare la Regione Romagna, unica nostra salvezza. Costa troppo, dice chi si oppone, e guarda caso sono proprio quelli implicati nell’uso così disinvolto del danaro pubblico nell’inchiesta sulla Regione Emilia-Romagna. Non è la Regione Romagna quella che costa troppo!”. Stilettate anche da Giuliano Zignani, segretario Uil regionale: “Con il Comune non c’è confronto, non dialoga più su nulla, bypassa i corpi intermedi. Sulla politica fieristica manca una strategia, abbiamo perso la occasione di fare un polo fieristico romagnolo”.

Giancarlo Andrini, presidente Confcommercio di Cesenatico: “L’indotto della riviera che ha tratto grandi benefici con Macfrut, dagli albergatori agli esercenti, è contrariatissimo”. Altri hanno messo in luce che anche la ricerca universitaria e in particolare Scienze delle tecnologie Alimentari a Villa Almerici (Facoltà di Agraria) subirà un durissimo contraccolpo dalla perdita di Macfrut. “Cesena è la capitale dell’ortofrutta italiana – ha chiusi il presidente Confcommercio Patrignani – e Macfrut trova qui la sua collocazione naturale. Per di più è in salute e in crescita. Incomprensibile privarsene, o forse molto comprensibile con altre logiche, questa gentile concessione a Bologna”. “Macfrut è anche un pezzo di identità di Cesena e se si interviene così si tocca si scopre un nervo doloroso”, ha commentato il professor Balzani mettendo in luce anche l’aspetto non secondario dell’inestimabile perdita identitaria che comporterebbe lo spostamento di Macfrut da Cesena.

About Sara Montalti
Laureata in Relazioni Pubbliche, lavoro nel settore dell'Assistenza Sindacale e Progettuale in Confcommercio Imprese per l'Italia dal 2005 e sono segretaria della Fipe del Comprensorio Cesenate. Il lavoro di segreteria sindacale implica l’immedesimarsi totalmente nelle problematiche relative al settore e cercare insieme al presidente di categoria, in concertazione con i dirigenti dell’associazione e degli associati, di risolvere o sviluppare interventi a sostegno delle loro situazioni.

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