Buoni Pasto: si cerca una soluzione

È stata lanciata una campagna a livello regionale per aprire un tavolo di trattative con le società che emettono tagliandi di buoni pasto, per trovare insieme ai pubblici esercizi – soggetti non secondari di questo particolare mercato – una soluzione al problema.
“La situazione attuale dei Buoni Pasto è molto critica, occorre ristabilire equità e trasparenza proprio perché a causa dell’inasprimento delle condizioni contrattuali imposte da alcune società emittrici di “Buoni Pasto”, il mercato rischia il collasso. Occorre fissare regole nuove.”, dichiara Angelo Malossi, presidente Fipe Cesenate.

Un cliente compra un piatto di pasta e lo paga col buono pasto; il barista spedisce il tagliando alla società che lo ha emesso ma la cifra che gli torna indietro è fra i 7 e il 12% in meno di quella che gli spetterebbe. Questo perché i datori di lavoro riescono a strappare alle imprese emettitrici sconti che poi vengono ammortizzati a spese dei baristi.

“E’ oramai divenuto eccessivo l’importo degli sconti sul valore nominale dei buoni pasto che i datori di lavoro, pubblici e privati, riescono ad ottenere dalle imprese emettitrici, ed è evidente che questi vengano poi inevitabilmente scaricati sui pubblici esercizi attraverso l’aggravio delle commissioni.” Continua Angelo Malossi. “Le condizioni contrattuali, anche quelle inerenti la gestione del rapporto società emettitrice / barista erogatore del servizio, al momento sono troppo sfavorevoli. In assenza di una soluzione a livello istituzionale e legislativo del problema, nei prossimi mesi, potremmo non accettare più i buoni pasto.”

È urgente riaprire una trattativa con le ditte emettitrici, per trovare insieme ai pubblici esercizi soggetti non secondari di questo particolare mercato, una soluzione al problema.

Scarica qui il Manifesto sull’iniziativa Buoni Pasto della Fipe Unione Regionale Emilia Romagna

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